Lettera di una mamma
Coglionello, sfigato figlio mio,
sapessi cosa ho fatto per te io,
quanti marciapiedi ho consumato
quanti uomini che non ho desiderato.
Sotto la fioca luce dei lampioni,
non ho certo realizzato milioni
ma ti compravo scarpe e pantaloni
e ti facevo mangiare i cannelloni.
Coglionello, cosa ho fatto per te
con un padre che non c’era e non c’è
si sa che di mamma ce n’è una sola,
e di padri ce ne sono una carriola.
Il tuo papà, nemmeno so chi sia
uno dei tanti passati per la via
ma io ti ho amato da quando tu sei nato,
anche se ammetto che eri ritardato.
E adesso che non posso più esercitare
sull’unico mio figlio vorrei contare,
e tu invece guarda che cosa fai
non lavori ed in chat te ne stai.
Coglionello, cosa ho fatto per te
con un padre che non c’era e non c’è
si sa che di mamma ce n’è una sola,
e di padri ce ne sono una carriola.
Tutti gli uomini in chat cercano donne,
ma a te non interessano le gonne,
entri in chat solo per disturbare
e attendere che ti mandino a cagare.
E non pensi neanche a lavorare,
giorno e notte nella chat a trollare,
ormai non riesci più a dormire
e la tua vita continui a demolire.
Coglionello, cosa ho fatto per te
con un padre che non c’era e non c’è
si sa che di mamma ce n’è una sola,
e di padri ce ne sono una carriola.
Coglionello, questa non è più vita
con a casa un figlio parassita
se mi sveglio girata un bel mattino,
ti faccio a pezzi quel telefonino.
(Finale)
Coglionello, disgraziato figlio mio,
se avessi saputo che crescevi così male,
ti lasciavo direttamente all’ospedale,
oppure davanti alla chiesa sul portale.
Io lo sapevo che non eri intelligente
sapevo pure che eri deficiente
ma così tu hai deluso la tua mamma,
che non sa come affrontare questo dramma.
Testo e musica di ErnestoTrollLesto con la collaborazione di Giorgia
