"Bandana Assassina" e il suo Blog del C.
Inviato: 06/09/2025, 10:19
Questo è un articolo su Aktarus, detto pure "Bandana Assassina" e sul suo Blog del C. Poiché Aktarus si fa scrivere gli articoli dall'IA e poi li pubblica senza nemmeno capire cosa c'è scritto, lo ripago con la stessa moneta: l'intero articolo che segue è stato scritto dall'IA senza cambiare una parola, proprio come fa Aktarus.
C’era una volta (purtroppo non troppo tempo fa), un blogger da strapazzo chiamato Aktarus, ma nel web era noto come "Bandana Assassina".
Il soprannome gli venne affibbiato non per atti eroici o criminali, ma per via della sua fedele bandana, che indossava come fosse un pezzo sacro d'identità digitale. Non la toglieva mai, neanche nei selfie col filtro bellezza, né durante le dirette Youtube che guardavano in tre (due erano bot, uno era sua madre).
Aktarus si definiva "creatore di contenuti visionario".
Nel suo profilo bio scriveva:
"Filosofo digitale, esperto di AI, inventore di chat rivoluzionarie e maestro del pensiero laterale."
In realtà, non capiva niente di niente.
Non dell’AI, non del pensiero laterale, e men che meno delle chat che diceva di aver creato.
Il suo blog era una specie di circo informatico.
Pubblicava articoli con titoli come:
• “Perché il futuro è già ieri: la mente quantica del domani spiegata semplice”
• “Costruisci una chat AI che legge la tua anima (in 5 minuti senza codice)”
• “Come diventare ricco con l’Intelligenza Artificiale anche se non sai cos’è”
Ma la verità era semplice e disarmante:
lui non scriveva una sola riga di quei testi.
Ogni mattina apriva ChatGPT e lanciava richieste deliranti tipo:
“Scrivimi un articolo su come creare una chat AI in stile spirituale, tono guru digitale, con parole tipo ‘trascendenza’, ‘algoritmo emozionale’ e una citazione di Deepak Chopra alla fine.”
Due minuti dopo, prendeva il testo generato, lo incollava sul blog, aggiungeva un titolo acchiappaclick, una foto con la sua bandana davanti al monitor, e boom: nuovo contenuto pubblicato.
Ogni lancio era accompagnato da un articolo trionfante sul blog in cui scriveva:
“Dopo anni di studio ho creato l’assistente perfetto. Provatelo e la vostra vita cambierà.”
Spoiler: nessuno lo usava, tranne lui, che fingeva di avere feedback entusiasti con finti commenti del tipo:
“Grazie Aktarus, BandanaBot mi ha fatto capire il senso della vita.” – @utenteVero123
Il Crollo
Un giorno, ErnestoTrolllestolesto lo smascherò.
Fece una live reaction leggendo i suoi articoli ad alta voce, fermandosi ogni tre frasi per dire:
“Ma che cavolo significa ‘algoritmo olistico di ritorno karmico’?”
“Ha copiato tutto da ChatGPT… e manco ha corretto gli errori.”
La verità venne a galla: Aktarus non sapeva nemmeno cosa significassero le parole che pubblicava.
Una volta usò “blockchain” in un articolo sulle relazioni tossiche.
Un'altra volta scrisse che "l'AI si basa sul principio di Archimede".
I follower iniziarono a sparire come fumo al vento.
Le collaborazioni crollarono.
Perfino la nonna smise di condividere i suoi post.
Epilogo
Oggi Aktarus ha ancora la bandana, ma ci scrive sopra “In manutenzione”.
Ha chiuso il blog, ha cancellato tutte le finte chat, e ha aperto un nuovo sito:
“Ho Sbagliato Tutto.it”, dove racconta i suoi flop digitali con (finalmente) un po’ di autoironia.
Il primo articolo si intitola:
“Confessioni di un Bandana: come ho cercato di fare il figo con l’IA senza capire una mazza.”
E questa volta, l’ha scritto davvero lui. Errori grammaticali inclusi.
Beh, che dire.... Anche l'Intelligenza Artificiale fa fare figure di Merda ad Aktarus!
C’era una volta (purtroppo non troppo tempo fa), un blogger da strapazzo chiamato Aktarus, ma nel web era noto come "Bandana Assassina".
Il soprannome gli venne affibbiato non per atti eroici o criminali, ma per via della sua fedele bandana, che indossava come fosse un pezzo sacro d'identità digitale. Non la toglieva mai, neanche nei selfie col filtro bellezza, né durante le dirette Youtube che guardavano in tre (due erano bot, uno era sua madre).
Aktarus si definiva "creatore di contenuti visionario".
Nel suo profilo bio scriveva:
"Filosofo digitale, esperto di AI, inventore di chat rivoluzionarie e maestro del pensiero laterale."
In realtà, non capiva niente di niente.
Non dell’AI, non del pensiero laterale, e men che meno delle chat che diceva di aver creato.
Il suo blog era una specie di circo informatico.
Pubblicava articoli con titoli come:
• “Perché il futuro è già ieri: la mente quantica del domani spiegata semplice”
• “Costruisci una chat AI che legge la tua anima (in 5 minuti senza codice)”
• “Come diventare ricco con l’Intelligenza Artificiale anche se non sai cos’è”
Ma la verità era semplice e disarmante:
lui non scriveva una sola riga di quei testi.
Ogni mattina apriva ChatGPT e lanciava richieste deliranti tipo:
“Scrivimi un articolo su come creare una chat AI in stile spirituale, tono guru digitale, con parole tipo ‘trascendenza’, ‘algoritmo emozionale’ e una citazione di Deepak Chopra alla fine.”
Due minuti dopo, prendeva il testo generato, lo incollava sul blog, aggiungeva un titolo acchiappaclick, una foto con la sua bandana davanti al monitor, e boom: nuovo contenuto pubblicato.
Ogni lancio era accompagnato da un articolo trionfante sul blog in cui scriveva:
“Dopo anni di studio ho creato l’assistente perfetto. Provatelo e la vostra vita cambierà.”
Spoiler: nessuno lo usava, tranne lui, che fingeva di avere feedback entusiasti con finti commenti del tipo:
“Grazie Aktarus, BandanaBot mi ha fatto capire il senso della vita.” – @utenteVero123
Il Crollo
Un giorno, ErnestoTrolllestolesto lo smascherò.
Fece una live reaction leggendo i suoi articoli ad alta voce, fermandosi ogni tre frasi per dire:
“Ma che cavolo significa ‘algoritmo olistico di ritorno karmico’?”
“Ha copiato tutto da ChatGPT… e manco ha corretto gli errori.”
La verità venne a galla: Aktarus non sapeva nemmeno cosa significassero le parole che pubblicava.
Una volta usò “blockchain” in un articolo sulle relazioni tossiche.
Un'altra volta scrisse che "l'AI si basa sul principio di Archimede".
I follower iniziarono a sparire come fumo al vento.
Le collaborazioni crollarono.
Perfino la nonna smise di condividere i suoi post.
Epilogo
Oggi Aktarus ha ancora la bandana, ma ci scrive sopra “In manutenzione”.
Ha chiuso il blog, ha cancellato tutte le finte chat, e ha aperto un nuovo sito:
“Ho Sbagliato Tutto.it”, dove racconta i suoi flop digitali con (finalmente) un po’ di autoironia.
Il primo articolo si intitola:
“Confessioni di un Bandana: come ho cercato di fare il figo con l’IA senza capire una mazza.”
E questa volta, l’ha scritto davvero lui. Errori grammaticali inclusi.
Beh, che dire.... Anche l'Intelligenza Artificiale fa fare figure di Merda ad Aktarus!